domenica 31 maggio 2009

Swamps e arrivo a Houston

Giornata particolarmente sfortunata, cominciata bene con pranzo in location tipica della Louisiana e speranze di grandi tour per le swamps (ovvero le paludi).
Ma dopo essere faticosamente giunte nel posto previsto per l'esplorazione, ci ritroviamo a essere prima completamente bagnate da un dannato turista, poi abbastanza deluse dalla nostra visita alle paludi. Nella foto però, Clio e Erica sono gioise...(in realtà Polinutse ha appena rischiato di finire nelle acque torbide della palude...quindi questa più che gioia è isteria.....;)


Siamo anche state felici di aver visto gli amici alligatori, che qualche ora prima avevamo amabilmente mangiato con panatura decisamente piccante.




Riprendiamo poi la Interstate 10 direzione Houston. Il viaggio è tranquillo, senza contare i soliti automibilisti e camionisti pazzi ai quali ormai siamo abituate.
L'arrivo in città è un pò traumatico. Prima andiamo in un motel non ancora aperto, poi mangiamo costolette e patate in cartoccio dentro un parcheggio (comunque molto bonne). A completare l'opera, anche il secondo tentativo di motel non va a buon fine. Riprendiamo quindi il labirinto delle strade di Houston e finalmente arriviamo ad un motel 6 aperto, funzionante e libero. Ma qui veniamo letteralmente attaccate dalle zanzare che in pochi secondi ci massacrano in ogni lembo libero di pelle.
Finalmente pulite, incremate e impigiamate, ci prepariamo ad andare a nanna. Sperando in un domani più fortunato. Destinazione Nasa!!!


sabato 30 maggio 2009

Laura Plantation

La seconda giornata a New Orleans inizia con un giretto nella campagna della Louisiana: prima di tutto, però, riusciamo a fare una bella foto dello skyline di New Orleans dall'autostrada vicino al nostro Motel. Come potete dedurre, eravamo proprio in centro ;)...



Obiettivo della mattinata, un Tour nella Laura Plantation, storica piantagione di canna da zucchero e perfetto esempio della cultura creola.



Con l'aiuto della nostra Hyundai Elantra, riusciamo a farci un altro autoscatto con il Mississipi: questa volta, siamo davanti alla Joseph Plantation, per vedere il famoso viale di querce centenarie.

Foto artistica di Titta alla nostra amata macchinina, ancora innominata.
A rovinare la foto, c'è anche una diabolica guidatrice, che solitamente vedete indossare occhiali rossi...




New Orleans

Partiamo con il botto, con una visita guidata per la New Orleans VooDoo, tra cimiteri, chiese e santi sconosciuti.

Dopo un giro nel Quartiere Francese, decidiamo di tornare a salutare il nostro amato Mississipi: eccoci sul molo, attente ad evitare gli schizzi di uno scatenato trio di bambine, che giocavano e mangiavano nel fiume incuranti delle possbili malattie.


Un piccolo scorcio delle mille coloratissime case con terrazze in ferro battuto tipiche del quartiere.


New Orleans è la patria del jazz, e anche Titta viene arruolata da una strana band: in quanto suonatrice di sax, Gianca sarebbe fiero di lei.




Vedere il tramonto sul Mississipi si rivela più complicato del previsto, ma non poteva proprio mancare.
Dopo aver trovato la "migliore" delle postazioni, grazie al consiglio di una cacciatore e di un gay, troviamo anche una gentile signora che si offre di scattarci una foto tenendo nell'altra mano una bicchiere di vino rosso.




Siamo, però, più orgogliose dell'autoscatto (il migliore dei venti autoscatti).
Man mano che il sole scendeva, il nostro livello di stupidità aumentava...

Ed eccolo qui il meraviglioso tramonto, che sul finale si è tinto di violetto.






Elvis, The Pelvis in The Memphis

Prima di partire per New Orleans, era d'obbligo una visita alla super kitsch casa del mitico Elvis: per la modestissima cifra di 25.20 dollars a persona (grazie allo sconto studenti) abbiamo avuto l'onore, uniche sane (?) tra molti scoppiati, di addentrarci nel mondo psichedelico di un ragazzo con problemi (uno per tutti, la stanza-jungla).




In compenso, comprese nel prezzo, c'erano le mitiche cuffiette, la cui corretta risitemazione era serio motivo di preoccupazione per l'"impegnatissimo" staff della villa: una volta in fila, un'aggressiva cicciona, ci ha ripetutamente ordinato di posizionare le cuffie a metà del nsatro arancione, PRIMA di salire sullo shuttle, minacciando una terribile punizione: l'impossibilità di lasciare la villa.


Noi, stravolte, alla sesta ripetizione, abbiamo orgogliosamente mostrato di aver svolto appieno il nostro compitino.

Ultimo emozionante momento del nostro tour, il gift shop: abbiamo scelto per voi questo oggetto, dopo un testa a testa con un'inquietante orsetto vestito di pelle rosa, marcata Elvis.



Le sei ore di viaggio da Memphis a New Orleans ci hanno regalato una serie di grandi momenti:
- il triste e frastornato animale non ancora chiaramente identificato (asino?vitello?), trasportato a novanta miglia orarie sopra un pick-up (Abbiamo lungamente affiancato il suddetto veicolo per un primo piano di valore)



-Una casa viaggiante
-Un camion posseduto dal demonio che,impegnate a non farci schiacciare, non siamo riuscite a fotografare


Prima cena a New Orleans in un superfighetto ristorante creolo (cioè nativo delle colonie), a base di molluschi e salmone.







mercoledì 27 maggio 2009

Memphis - Part 2

La giornata inizia benissimo: finalmente riusciamo a mangiare Pancakes in un tipico diner americano!
E, se possibile, prosegue anche meglio. Infatti Titta, mentre attraversiamo due volte il Mississippi, riesce a fotografare ben 2 cartelli stradali raffiguranti i nomi degli stati (erano 6 giorni che ci provava con scarsissimi risultati...)








Vedere la piramide si rivela più complicato di quanto non sembri. La strana organizzazione stradale di Memphis, ci obbliga a molte deviazioni. Ma la foto sbrilluccicante, non ha prezzo...



In una giornata culturale, non poteva mancare una visita al National Civil Rights Museum. Significativa la foto rubata di Erica del balcone del Motel Lorrain dove fu assassinato Martin Luther King jr.



Dopo la storia, un pò di musica con una piccola sosta alla Gibson Factory, casa delle più belle chitarre del mondo.
D'obbligo qualche souveniers, anche se la scelta ha comportato non poche problematiche (alla fine Titta e Clio hanno comprato esattamente la stessa cosa ;)




martedì 26 maggio 2009

Country Music Hall of Fame and Memphis Part 1


Nonostante la nostra scarsa conoscenza in materia, decidiamo di dedicare una mattinata alla Country music, visitando il museo che ne ripercorre la storia. Ci rendiamo presto conto di non riuscire ad appassionarci al genere, pur apprezzando le bizzarre chitarre e gli improbabili abiti di scena (e non solo, pare).

Non mancano, ovviamente, le notre foto idiote...




Ecco Titta e Erica
davanti a tutti i loro dischi d'oro...
...mentre Clio osserva dubbiosa il fiumiciattolo misteriosamente pieno di monete da un cent.
Neanche Titta riuscirà a sfuggire alla tentazione di lasciare il suo contributo ;)




Tre ore di viaggio per passare dal Country a Blues, Soul e Rock&Roll.
Memphis ci accoglie confermandosi patria del BBQ (con attitude!): Titta ed Erica si deliziano con delle ottime costine e una ormai classica Bud, mentre la più sobria (ed astemia) Clio si limita ad acqua e paninozzo porcelloso.
Dopo qualche strana scenetta del "Padovano" e di Jonathan, cameriere dai modi bizzarri, ci dirigiamo sul lungofiume





Ritroviamo poi il nostro amato Mississipi, incorniciato da un bel tramonto con nuvole rosa.
Non poteva mancare una foto di gruppo, scattata da una gentile ragazza che voleva a tutti i costi sdebitarsi della foto-capolavoro (?) che Titta aveva scattato a lei e al moroso pochi secondi prima. Pare che, in realtà, non avesse nulla di cui sdebitarsi ;)...






lunedì 25 maggio 2009

Nashville

Eccoci arrivate a Nashville, Tenneessee, patria della country music.
L'abitante di Nashville non si fa mai mancare il cappello ma soprattutto lo stivale, la cui scelta richiede notevole impegno vista l'ampia (e imbarazzante) gamma di colori e incisioni che gli indigeni applicano sulla pelle.


Incontriamo Gianca, amico savonese dislocato temporaneamente a Knoxville, che ha trascurato per un giorno le sue "ricerche spaziali" per trascorre con noi un pomeriggio all'insegna di birra, gelati (più o meno mangiabili) e musica country.




Per aperitivo, ci infiliamo in un tipico bar nashvilliano, con musica dal vivo e birra gustosa. Presi dall'entusiasmo, non abbiamo esitato a cantare a squarciagola e a cimentarci in autoscatti dalla risciuta discutibile (vedi sotto).










E' arrivato il momento dei saluti, lasciamo Gianca alla sua strada e andiamo verso il Motel 6 che anche stanotte ci darà ospitalità.

St Louis

Dopo la splendida Chicago, iniziamo ad andare a sud: prima tappa, St Louis.
Famosa per l'arco, Jefferson e il Mississipi, St Louis ci accoglie con il primo approccio di Titta all'inglese, che purtroppo dà questo risultato...



Ebbene sì, è proprio come state leggendo.
Last Name: Albissola
First Name: Marina

Questa è la nuova identità di Titta, siete avvisati.













L'arco, simbolico Gateway to the West, è stato il primo e unico obbiettivo del nostro tour pomeridiano. Momento topico la vertiginosa salita, dentro a delle capsule bizzarre e claustrofobiche, verso la cima dell'arco per vedere la città da oblò a 603 piedi d'altezza.
Spossate dalla visita, cerchiamo di nutrirci ad una "sagra-costoletta" di celebrazione dei caduti: pessima idea.
Non solo devi pagare 5$ di ingresso, ma il cibo all'interno costa moltissimi "tickets", unico modo di pagare.





Decidiamo quindi di prendere la nostra macchinina e dirigerci verso il nostro amato Delmar Boulevard (dove la sera prima abbiamo incontrato ad un sushi bar, l'amico americano Dan, che dopo numerose lusighe ci ha amabilmente snobbato).
Qui abbiamo gustato una buona cena messicana, nonostante un cameriere che suppostamente odiava Titta. In compenso il margarita era molto bonno.






Chicago




Eccoci qui, tornate dopo quattro giorni di forzato silenzio!

Dopo la prima traversata, eccoci finalmente a Chicago, Illinois. Il nostro benvenuto: una coda di due ore per arrivare al motel e un'altra cattiva notizia: il nostro motel non ha il wifi incluso nel prezzo :(

Non ci siamo fatte mancare nulla, neanche una pausa al Blue Chicago, dove una scatenata cinquantenne di nome Laretha non solo ci ha deliziate con un po' di blues, ma anche con inquietanti movimenti corporei seguendo i virtuosismi del bassista asiatico.

Non poteva mancare una piacevole passeggiata sulla spiaggia del lago Michigan, con annessa visione di aitanti giocatori di beach volley e gabbiani molesti.


Affascinate dalla bella giornata, ci siamo illuse di trovare le stesse condizioni climatiche anche il secondo giorno, quando invece Chicago si è rivelata in pieno la (wiggy) Windy City.


Foto significativa del nostro soggiorno a Chicago: non tanto per la location, quanto per la difficoltà nell'eseguire tutte e tre, nello stesso momento, una semplice posa
Questo è solo uno degli svariati tentativi di risultare quantomeno "normali": lasciamo a voi il giudizio finale ;).




















































































































































































































































































































































































































































































mercoledì 20 maggio 2009

On the (right) road





La mattina parte con lo studio delle mappe perchè, noi donne di poca fede, eravamo poco fiduciose nelle capacità del navigatore, che invece ha fatto la sua porca figura, soprattutto durante l'ardua impresa di uscita da Manhattan (per la cronaca è stata tutta un ponti sopra ponti, corsie che si incrociano, slalom tra piloni di ponti per il cambio corsia, giretto panoramico nell'"accogliente" Bronx e poche indicazioni non d'aiuto...).








Ma la notizia che ci ha illuminato la giornata - e il cui ricordo ci supporterà nei momenti difficili futuri - è che l'assicurazione "driver under 25" ci è costata 1000$ in meno del previsto !!!! Questa notizia ha scatenato l'ilarità - altrimenti inspiegabile- che vedete nel video alla fine del post e nella foto faccioni con occhiali da sole


Prima tappa: Cleveland. Non certo per visitare la città, defnita "The mistake on the lake" per un motivo ;), ma semplicemente per una sosta notturna.
Nel percorso, abbiamo toccato ben quattro stati, New York, New Jersey, Pennsylvania e Ohio. Siamo state, in particolare, affascinate e ammorbate dalle immense distese di foreste della Pennsylvania tanto amata da Erica.
Today best song on the radio: Born in the USA, by Bruce Springsteen (un super classico)

Passati in Ohio, dopo sei ore di viaggio, ci siamo ritrovate davanti a questo bizzarro cartello...


...tutta questa strada, per ritrovarsi a ventidue kilometri da Ravenna!?!?!?!??
La prima giornata di viaggio con la nostra macchinuccia super fashion con cambio automatico e bagagliaio immenso (altro sospiro di sollievo) è finita, il tramonto con i tralicci vicino a Cleveland ci dice che siamo quasi arrivate a destinazione.


Dopo una pausa-cibo ad un diner di fianco al motel, eccoci tutte pronte (Titta soprattutto, ronfava dopo cinque minuti dall'arrivo in camera, alla faccia dell'insonnia) per la nanna.
A domani!